Giocare i campionati d’estate…
L’OPINIONE DI EDOARDO OSTI
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L’A1 maschile 2012-2013 chiuderà i battenti il 21 maggio, quella femminile cinque giorni dopo. Sarà un’altra estate senza pallanuoto di club.
Da quando è nato il nostro sito (e in precedenza quando c’era Waterpolonline) non si contano i messaggi di coloro che sostengono questa tesi: se i campionati di A1 non si giocano in estate, la pallanuoto non potrà mai acquisire maggiore popolarità. Ma è davvero possibile farlo o è solo un’utopia. Apriamo un Dibattito sull’argomento invitando addetti ai lavori e semplici lettori a inviare opinioni e proposte. Intanto abbiamo chiesto il suo parere a Gabriele Pomilio, presidente dell’Associazione Waterpolo Development.
La prima domanda è questa: davvero porterebbe frutti consistenti, sul piano dell’affluenza di pubblico in piscina, spostare i campionati di A1 più verso l’estate?
L’acqua azzurra e l’ex palla gialla avrebbero un appeal ideale nel periodo estivo, su questo non c’è dubbio, ma temo che il fascino esercitato sui giovani non sarebbe più quello di una volta, quando si giocava nei porticcioli di Nervi e Lerici o nella piscina della Mostra d’Oltremare a Napoli. I tempi sono i cambiati, le nuove generazioni preferiscono impiegare le proprie serate estive in attività del tempo libero che hanno maggiore attrattiva rispetto alla pallanuoto.
E’ davvero impossibile, in ogni caso, far conciliare nel periodo estivo l’attività internazionale e quella di club?
Ammesso e non concesso che ci si possa riuscire, quante squadre di A1 maschile e femminile sarebbero disposte a giocare in campionato senza i propri atleti d’interesse nazionale? La risposta mi sembra scontata.
L’unica soluzione, dunque, per spostare la pallanuoto di club verso l’estate è dirottare l’attività internazionale nel periodo autunnale ed invernale, fatta eccezione ovviamente per l’anno delle Olimpiadi…
Innanzitutto vediamo quante e quali sono queste altre manifestazioni internazionali. Esistono Mondiali, Europei, Giochi del Mediterraneo, World League, Universiadi, Campionati Giovanili di varie categorie… Ho partecipato a varie riunioni della Fina, della Len e della Comen nelle quali è stata assegnata l’organizzazione di queste manifestazioni alle federazioni che ne avevano fatto richiesta. Ebbene, da tempo le candidature si sono notevolmente assottigliate – si va da un massimo di cinque a un minimo di due – perchè i costi organizzativi sono diventati particolarmente onerosi. Costi che la federazione prescelta copre reperendo i fondi da strutture statali (in Italia – ad esempio – ministeri, regioni, province, comuni) e in casi più rari da sponsor che vanno ad aggiungersi a quelli che spettano di diritto all’organizzazione in base ai contratti stipulati da Fina, Len e Comen. E’ chiaro che gli enti citati e gli sponsor pretendono, in cambio dei finanziamenti, presenze di pubblico che è possibile garantire soltanto nel periodo estivo.
Perchè mai?
Perchè non esistono piscine coperte, dove svolgere le varie manifestazioni in autunno e in inverno, che abbiano una capienza superiore a 3000 spettatori. Esistono, al contrario, impianti scoperti che possono ospitare dai 5000 ai 15.000 spettatori. C’è una bella differenza. Ecco perchè chi organizza i grandi eventi internazionali è obbligato a farli in estate. Ma c’è anche un altro aspetto che va preso in considerazione: per ospitare grandi manifestazioni di pallanuoto non è sufficiente la disponibilità di un solo impianto, la contemporaneità dei tornei maschili e femminili impone che siano due le piscine messe a disposizione dall’organizzazione.
Mario Corcione
By Giancarlo Manna, 15 gennaio 2013 @ 18:19
Da sempre siamo favorevoli far disputare i Campionati nel periodo estivo,capiamo le difficoltà per gli appuntamenti internazionale, ma si potrebbe pensare di provare con i Campionati minori (Serie A/2 – B – C) maschile e femminile.
By andrea, 15 gennaio 2013 @ 20:02
Giocare d’estate in un bella piscina all’aperto di fronte ad un pubblico appassionato di tifosi e villeggianti è un immagine senza dubbio suggestiva, ma mi chiedo in quanti luoghi si potrebbe replicare questa situazione, a meno che non si pensi che la pallanuoto in Italia si possa giocare solo in Liguria o in qualche bella località di villeggiatura siciliana o campana.
Credo che viceversa uno degli obiettivi primari cui tendere debba essere lo sviluppo di questo sport nelle grandi città e questa iniziativa non farebbe altro che tagliare del tutto questa prospettiva; vi immaginate una partita (magari dal risultato scontato) in un torrido pomeriggio di luglio a Firenze, Torino, Brescia o Padova quando queste città sono praticamente spopolate, soprattutto nei fine settimana?
Se parliamo poi dei settori giovanili, vi assicuro che, vivendo in una città dell’“entroterra”, assistiamo alla fuga dei ragazzi non appena le scuole finiscono, con gli allenatori che intavolano una dura trattativa con le famiglie per poter disputare almeno le finali regionali.
Siamo sicuri che la panacea del campionato estivo non serva a nascondere ben altri problemi?
By Apritegliocchi, 16 gennaio 2013 @ 09:31
Ma volete per favore aprire gli occhi?
La smettiamo di parlare tutti sempre del nulla?
Nell’ ordine: 1) com è che i giovani di oggi vorrebbero impegnare le proprie serate estive?? Andate per favore a chiedere loro come hanno passato la scorsa estate per arrivare pronti alle finali giocate a SETTEMBRE( in concomitanza con l inizio delle scuola, gran bella cosa). 2) le squadre perché mai dovrebbero giocare senza i giocatori nazionali?? Perché scusate, l anno scorso non è stato interrotto per ben due volte il campionato per più di un mese? Non si può fare la stessa cosa d estate? Senza contare che non servirebbero i collegiali un mese e mezzo prima perché gli atleti sarebbero già al top Della forma. 3 )quando dite certe cose non vi viene in mente che dev esserci per forza qualcosa di sbagliato in questo sport se il più famoso pallanuotista rimane ancora Pizzo che giocava quando la pallanuoto era praticata 3/4 volte a settimana , mentre oggi che gli atleti fanno 10 allenamenti settimanali e sono quindi superiori dal punto di vista atletico( tecnico non oso dirlo in onore del Caimano) non li considera un accidenti di nessuno? So che non è la preparazione che fa il successo di uno sport ma , almeno in teoria, dovrebbe migliorare lo spettacolo. 3) il problema è che non ci sono tanti posti di mare?? Le statistiche di questo sito hanno più volte dimostrato come la maggior parte della pallanuoto è giocata in Liguria e Campania. Iniziamo a svilupparla li è, quando avremo una formula vincente, penseremo ad esportarla.
In conclusione, VOLERE E POTERE.
Evidentemente dall alto non vogliono in quanto , anche se fosse una decisione fallimentare, una federazione con a cuore questo sport almeno FAREBBE IL TENTATIVO, in quanto peggio di così proprio non può andare.
L unica verità , e vi prego di credermi, è che va a tutti bene così . Federazione, giornalisti, appassionati,dirigenti, sono ( o almeno danno l impressione di essere) in qualche modo interessati a lasciare la pallanuoto in questa dimensione da sport di paese dove tutti si conoscono, si va a mangiare fuori e si sta bene insieme. Datemi prova del contrario.
By giovanni, 16 gennaio 2013 @ 19:35
prima o poi arriverà il momento in cui i sostenitori della pallanuoto invernale si dovranno arrendere all’evidenza che tale calendario non funziona. poco pubblico, poco interesse degli sponsor, poco futuro.