Superlega, si o no?

Cufino con Giannouris e Grasso
INTERVISTA CON BRUNO CUFINO
La lotta sulla Superlega tra i top club europei e la Len è aperta. Chi vincerà e che ne pensi?
A volte ho la sensazione che qualcuno venga proiettato nel nostro mondo come un meteorite proveniente da un altro mondo. La pallanuoto europea attraversa un momento drammatico di crisi, coincidente con le problematiche economiche ed anche politiche dei loro paesi, e qualcuno pensa di mettere in piedi una Superlega fantascientifica laddove, nelle maggior parte delle piscine dove giocano i club campioni durante le stagioni di campionato, si contano a mala pena 300 persone. Mi sembra una forzatura spinta per motivi poco chiari da qualcuno. Ma al di là di questa considerazione, quali e soprattutto quanti sono, poi, realmente questi club che vorrebbero la Superlega disposti a fare una battaglia con la Len? Nomi non ne ho letti da nessuna parte. Onestamente penso che si stia montando un qualcosa che non esiste”.
Allora pensi che non sia un’iniziativa valida?
Non ho detto che non è un’iniziativa valida né lo penso. Penso che sia un’iniziativa di tipo irreale in un momento come questo, laddove in tanti paesi europei c’è il problema della sopravvivenza anche nei campionati nazionali. O vogliamo dimenticarci che ci sono club che scompaiono e club che rinunciano alle coppe europee? La risposta di Claudio Mistrangelo all’intervista precedente alla mia è emblematica: “La superlega è un’idea interessante ma come Savona non credo che ci interessi”. Stiamo parlando della squadra che ha vinto le ultime due edizioni della Coppa Len. Personalmente in questo momento credo che le idee valide siano tutte quelle che riguardano l’ABC della pallanuoto: la sua diffusione, il suo sviluppo, e la migliore confezione possibile sul piano dell’immagine di ciò che abbiamo perché funzioni al massimo. Siamo, nel nostro sport, come in un paese che deve fare una forte campagna di alfabetizzazione, di crescita culturale, di pianificazione sanitaria e di benessere. Non è possibile scavare un solco insormontabile tra il vertice che si allontana sempre di più e una base che annaspa, anche perché alla lunga il vertice (che sono poi club che si contano sulle dita di una sola mano che ha perso qualche dita…) non avrà nemmeno più dove andare a “pescare”. La pallanuoto non può e non deve assomigliare ad un paese del terzo mondo dove ci sono pochissimi ricchi in una popolazione affamata.
Credi dunque che non ci sia motivo di lamentarsi delle attuali formule riguardanti le competizioni internazionali?
Questo è un altro discorso. Certamente ci sono molte cose che non funzionano e che vanno riviste, nell’interesse di tutto il movimento internazionale ed europeo in particolare. Ma non c’entra con la superlega. Eppoi bisogna anche che ci si metta d’accordo, anche noi addetti ai lavori. Stiamo continuamente a lamentarci che si gioca troppo, sovraccaricando d’impegni gli atleti, facendo lievitare i costi e facendo perdere d’interesse le grandi competizioni internazionali perché ce ne sono troppe… e allo stesso tempo, poi, si vorrebbe proporre una superlega dispendiosa sul piano dell’impegno e sul piano economico per rilanciare un’immagine che non riusciamo a rilanciare nemmeno nelle piccole realtà locali, pretendendolo da altri. Purtroppo siamo alle solite, ovvero o si parla a vanvera senza sapere né conoscere i fatti e le cose o si guarda esclusivamente agli interessi del proprio orticello.
Mario Corcione
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INTERVISTA A CLAUDIO MISTRANGELO
La lotta tra Len e top club europei sulla Superlega è aperta. Lei che ne pensa?
“La Superlega è un’idea interessante, sarebbe una vetrina importante per la grande pallanuoto, ma come Savona non credo che ci interesserà”.
E se dovesse arrivare un invito al suo club per partecipare?
“Questo tipo di competizione non ci riguarderebbe molto, noi andiamo verso un ringiovanimento o, diciamo pure, un ridimensionamento. I costi di quel campionato, così come è pensato ora, sarebbero stratosferici. Ma l’idea della Superlega può essere ottima per chi è in grado di sostenerli”.
Il Savona, al momento, non potrebbe?
“Se insieme all’invito arrivasse anche uno sponsor, ci potremmo pensare”.
Chi vincerà tra Len e club?
“Non lo so, ma penso che non si arriverà allo scontro frontale né all’estromissione della Croazia dalle competizioni internazionali”.
Si va, dunque, verso un compromesso?
“Probabilmente sì, con la Len che concederà un terzo posto per la partecipazione alla Champions League ai campionati più importanti. La spaccatura si ricomporrà e magari i club otterranno anche di avere più voce in materia organizzativa delle competizioni internazionali. E questa sarebbe una buona cosa, visto anche cosa accaduto ad Oradea”.
Cosa pensa dell’ultima Final Four?
“Che si è giocata in una sede infelice. C’erano sedi storiche o nuove dove disputarla, tutte migliori di quella rumena. Una Final Four a Budapest è un evento di sicuro successo”.
Fabrizio Napoli
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INTERVISTA CON PIERO BORELLI
Borelli, qual è la posizione del Brescia riguardo all’idea di una “Superlega” lanciata dai top club europei?
“Per ora posso dire soltanto che ci allineeremo a quello che dirà la Fin. D’altro canto è innegabile che una rivoluzione, anche solo parziale, dell’attuale Coppa dei Campioni deve essere attuata, specialmente per quel che riguarda la fase eliminatoria. La Len deve offrire un incentivo economico ai club che si qualificano alla Champions, altrimenti continueremo a vedere squadre che nella prima fase preferiscono farsi eliminare per partecipare alla Euro Cup, come fece anche il Brescia quando vinse la Coppa Len. La Champions, ora come ora, ha costi incredibili per i club e se non arrivi in Final Four sono del tutto inutili”.
Quale aspetto, in particolare, conta di più sul bilancio dei club?
“Sicuramente le trasferte. Il giorno dei sorteggi dei gironi si vede gente fare scongiuri di ogni maniera per evitare di finire a Volgograd o in qualche altra città lontanissima. Per come è strutturata adesso la Champions ti ritrovi a fine stagione ad aver speso 70-80 mila euro per cosa? Non c’è nessun ritorno”.
Però, per adesso, la Len non vuole sentire ragioni.
“Credo che lo scontro frontale non serva a nessuno. Ripeto, noi ci allineeremo a quello che dirà la Fin a riguardo, ma penso anche che una collaborazione fra Len e club si possa avviare. Se i club assicurano di riuscire a dare un prodotto migliore di quello attuale, a garantire una copertura televisiva migliore e a trovare nuovi sponsor, non capisco perché non ci si debba affidare a loro. Mi auguro che la Len si apra al colloquio per cercare di ottenere il meglio per la pallanuoto, anche rendendo partecipi i club dell’organizzazione delle competizioni internazionali”.
Pensa possibile questo dialogo?
“Assolutamente. Andare allo scontro è inutile. E poi abbiamo davanti a noi il recente fiasco di Oradea, una scelta che ci devono ancora spiegare. Credo che nessuno sia stato felice di questa Final Four. Bisogna fare qualcosa, parlare è il primo passo”.
Fabrizio Napoli
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GLI ALTRI PARERI DEGLI ADDETTI AI LAVORI
DEJAN UDOVICIC (commissario tecnico della Serbia): “La Superlega non è un’idea nuova, ne parliamo da anni in realtà. È un progetto utile alla pallanuoto e allo spettacolo. Attualmente i top club iniziano perdono tempo e soldi per trasferte in città dove pochissimi seguono la pallanuoto e finiscono per giocare in piscine non adatte ad ospitare una diretta tv, con il risultato che gli sponsor si allontanano dalla waterpolo. La Final Four di Oradea, poi, è stato l’esempio perfetto del disastro a cui è arrivata la pallanuoto. La verità è che siamo alla frutta, non ci possiamo permettere di compiere più errori. La Superlega può essere una soluzione per cambiare lo stato della pallanuoto e la Len lo deve capire. Non vogliamo andare allo scontro con loro, i club e la Len devono avere lo stesso obiettivo, quello di risollevare la waterpolo. Bisogna parlare e trovare una soluzione, l’unica verità, allo stato attuale, è che così non si può andare avanti”.
(intervista di Fabrizio Napoli)
GABRIELE POMILIO (presidente dell’Associazione Waterpolo Development): “La pallanuoto italiana – ma il discorso ovviamente vale per tutte le nazioni – partecipa con i club al campionato italiano, alla Coppa Italia, ai campionati giovanili, alle coppe della Len e della Comen (qualche squadra anche alla Jadranska Liga). Con la Nazionale partecipa a Mondiali, Europei e Coppa Fina ogni due anni, alla World League ogni anno. E poi ci sono anche Universiadi e Giochi del Mediterraneo. Attività vastissima. Penso che trovando un coordinamento tra Fina, Len e Fin, sia relativamente agli eventi che alle regole, si potrebbe razionalizzare un’attività che sia finalizzata ad una reale diffusione della pallanuoto nei 5 continenti con una spettacolarizzazione che sicuramente ne farebbe progredire l’immagine e gli aspetti economici. Se, oltre ad Europei, Mondiali e Olimpiadi, ci si concentrasse su alcuni eventi, si dovrebbe finalizzare i medesimi all’eccellenza. Pensiamo a cosa fanno gli altri sport, che è la cosa più importante. Va ricordato, inoltre, che in questa variegata e numerosa attività, nonostante il grande impegno di dirigenti, allenatori, atleti, nella maggior parte dei casi non esistono forme legali di contratti che garantiscano ai lavoratori una tranquillità ed ai club una serenità relativamente alle problematiche fiscali, che è un altro aspetto di fondamentale importanza”.
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BUFERA A ORADEA
Mentre la Champions League giunge al suo ultimo atto, i vertici della pallanuoto europea si spaccano sull’idea Superlega, l’idea lanciata dai maggiori club di Europa di un super campionato continentale slegato dall’organizzazione della Len, giudicata incapace di sviluppare realmente le potenzialità della pallanuoto. A tal proposito, oggi pomeriggio i rappresentati delle maggiori società europee si sono riuniti per discutere del tema proprio qui ad Oradea. Oltre ai quattro club arrivati in finale nella Champions League, all’incontro hanno partecipato dirigenti ungheresi (avvistati uomini dello Szeged e dell’Eger), spagnoli (presenti Barcelona e Barceloneta), serbi e montenegrini. A presiedere il vertice Predrag Sloboda, presidente del Primorje e della Federpallanuoto croata, portavoce della fronda “scissionista” nei confronti della Len.
Ma mentre i club discutono di come realizzare il nuovo super campionato, la Len non sta di certo a guardare. Proprio in mattinata, infatti, è arrivato il primo atto ufficiale del governo europeo della pallanuoto per contrastare il desiderio di indipendenza dei club. La Len ha infatti diffidato Sloboda dal dare seguito al progetto Superlega, minacciando una possibile esclusione della Croazia da tutte le competizioni internazionali, sia per club che per la Nazionale.
“E’ un avvertimento dovuto – spiega Marco Birri, direttore generale della Len – imposto dalle norme del Cio. In quanto membro della Len, la Federazione croata deve rispettare le sue regole, non può ribellarsi ad esse, altrimenti rischia delle sanzioni, anche gravi. Sloboda non può fare una campagna contro la Len”.
Si arriverà davvero a una frattura?
“Tanto vento per nessuna tempesta. Per me non accadrà nulla e non si arriverà ad una spaccatura”.
Però i club hanno espresso la volontà di contare di più nelle decisoni che riguardano la pallanuoto internazionale.
“La verità è che con noi nessuno è venuto a parlare. Mi sarebbe piaciuto discutere con i club, vederli responsabilizzati. E poi se le società hanno dei problemi, dovrebbero rivolgersi alle proprie federazioni. Una volta trovato un accordo con loro su delle specifiche richieste, dovrebbero poi rivolgersi insieme alla Len”.
La decisione di giocare ad Oradea la Final Four ha suscitato un mare di polemiche, in molti – fra giocatori, dirigenti e addetti ai lavori – si sono detti scontenti. Lei come giudica questa due giorni?
“Non è andata male. La piscina è bella, il pubblico è venuto e non ci sono stati problemi”.
“Non è andata male” non è un po’ poco per quello che dovrebbe essere l’evento più importante della pallanuoto per club?
“Intendevo che è andata bene. E poi bisogna essere pratici. Ho sentito e letto di altre sedi possibili, la verità è che Oradea è stata l’unica candidata ad andare fino in fondo, a volere davvero questa Final Four. A Parigi non c’era la piscina, la Federazione francese non l’avrebbe concessa; Malta non aveva le strutture alberghiere capaci di ospitare l’evento. E poi abbiamo scelto Oradea anche perché dobbiamo promuovere la pallanuoto in paesi dove è meno conosciuta”.
Da questo punto di vista, però, l’obiettivo è fallito. Spazi vuoti sugli spalti e soprattutto pubblico rumeno assai ridotto. In città, poi, pochi addirittura sapevano delle Final Four.
“Tutti i biglietti sono andati venduti, quindi non possiamo parlare di fallimento. Ripeto: per la Len Oradea era l’unica scelta possibile e il bilancio della Final Four è positivo”.
PARLA SLOBODA
La diffida della Len non spaventa Predrag Sloboda, che con calma zen commenta così il primo atto di una battaglia che si annuncia lunga: “Prendo atto del provvedimento, ma noi andiamo avanti perché bisogna fare qualcosa per la pallanuoto. È impossibile che in Turchia arrivino 20mila persone per le finali di Eurolega di basket e qui, per la Final Four di Champions League, ci siano meno di mille spettatori. E poi non è vero che non abbiamo mai parlato con la Len, sono anni che esponiamo i nostri problemi. I club vogliono collaborare con la Len, dobbiamo trovare una maniera per migliorare la pallanuoto. Il progetto Superlega? Continuiamo a lavorare, la riunione di oggi è andata molto bene”.
Fabrizio Napoli
By polopolo, 12 maggio 2012 @ 17:57
Ma per favore!
Birri e la Len, anziché lanciare anatemi e imporre dei diktat, dovrebbero interrogarsi sul perché tutto questo stia avvenendo, fare un bell’esame di coscienza e assumersi le proprie responsabilità.
Chi lavora alla Len non è minimamente in grado di gestire la comunicazione, e questo danneggia gravemente la pallanuoto e anche le altre discipline. Sarebbe tempo di fare un bel po’ di cambiamenti
By rocco, 12 maggio 2012 @ 19:21
Ma scusatemi se Oradea è stata le sede ideale, se tutto è stato ok, come mai in Italia l’unica televisione è stata SportItalia? I diritti televisivi per avere le immagini chi li ha pagati? La FIN? Il Recco? Alla fine i soldi li ha intascati solo la LEN o mi sbaglio? Ed allora ecco che non tutto va bene: per prendere i diritti la LEN non divulga la pallanuoto. Mi sembra l’unica equazione possibile.
By Ale, 13 maggio 2012 @ 22:18
A 24 ore dal termine della Final Four il sito LEN non riporta nemmeno i risultati delle due gare di finale. Ma del resto che ci si aspetta da gente che ha la faccia di dire che a Malta la ricettività alberghiera non era sufficiente? Per i top club la Superleague è una scelta inevitabile, come lo fu l’Eurolega nel basket.
By , 14 maggio 2012 @ 12:35
Caro Marco,dire che in Romania la pallanuoto e’ poco conosciuta……!!!!?????
By Manuel, 14 maggio 2012 @ 15:32
Favorevolissimo ad una Superlega di pallanuoto. “Work in progress”!
By mcorcione, 14 maggio 2012 @ 17:28
Superlega? Certo che sì. Ma a patto che veramente diventi un veicolo per pubblicizzare la pallanuoto, ovvero con tutti i presupposti necessari, a cominciare dalla televisione, e per televisione intendo un’emittente capace di esaltare le gesta tecniche ed atletiche dei protagonisti con immagini degne di tal nome. Se invece questa Superlega deve essere soltanto un veicolo di carattere politico, allora tanto vale che le cose rimangano così come sono.
MARIO CORCIONE
By mcorcione, 14 maggio 2012 @ 17:31
Superlega? Certo che sì. Ma a patto che veramente diventi un veicolo per pubblicizzare la pallanuoto, ovvero con tutti i presupposti necessari, a cominciare dalla televisione, e per televisione intendo un’emittente capace di esaltare le gesta tecniche ed atletiche dei protagonisti con immagini degne di tal nome. Se invece questa Superlega deve essere soltanto uno strumento di carattere politico, allora tanto vale che le cose rimangano così come sono.
MARIO CORCIONE
By Riccardo da Recco, 14 maggio 2012 @ 18:47
sono pienamente d’accordo con mario, l’ideale comunque sarebbe una riforma della LEN stessa che portasse alla realizzazione di quanto più vicino ad una Super Lega.. e meno male che per ora la Lega Adriatica é, a livello mediatico, off limits: lì sì che ci sono delle grandi partite, lo scorso anno é entrato a farne parte il Recco, e quest’anno probabilmente entrerà pure il Partizan..
By disgustato, 14 maggio 2012 @ 19:27
Tutto molto edificante, ragazzi. Una società come la Pro Recco (sappiamo tutti chi c’è dietro a Sloboda)che getta fango sulla Len per poter gestire una bella torta come la Superlega e una Len che, per dissidi interni, presta il fianco a questi attacchi portando la Final Four a Oradea, non aggiornando più il sito, etc… Ripeto, tutto molto edificante.
By contro-disgustato, 14 maggio 2012 @ 19:36
Disgustato, parla chiaro: stai dicendo per caso che Oradea era una sede che faceva comodo a tutti sul piano politico? Ma che dici!!! STAI FARNETICANDO!!!
By checco, 14 maggio 2012 @ 19:45
A DISGUSTATO DICO CHE TUTTA QUESTA DIETROLOGIA IO NON CE LA VEDO. E’ MOLTO SEMPLICE: OGGI NON E’ FACILE TROVARE UNA SEDE DOVE DISPUTARE UNA FINAL FOUR, LA LEN E’ STATA COSTRETTA A SCEGLIERE ORADEA. E DICO DI PIU’: UNA SEDE NEUTRALE, ANCHE SE SCOMODA E DIFFICILMENTE RAGGIUNGIBILE, E’ SEMPRE MEGLIO DI UNA SEDE DA MILLE E UNA NOTTE MA NON NEUTRALE, DOVE LA SQUADRA DI CASA VIENE FAVORITA AL MASSIMO PUR DI FARLA ARRIVARE IN FINALE.
By luke, 14 maggio 2012 @ 23:33
Sapete cosa vi dico? Che anche l’adriatic league è destinata a morire. Cosa pensate che anche croati e montenegrini, non si stuferanno di sapere gia chi vince in partenza??? Quest’anno gli è venuto comodo poichè il recco per partecipare pagava!!!! Perchè altrimenti mi dovete spiegare perchè non è arrivato nessun invito al Savona, Posillipo Brescia ecc. Cosa pensate che le nostre squadre siano inferiori a mornar jadran split ecc??? Suvvia è tutta una pagliacciata, ma nessuno ha denunciato questa cosa. A meno che io mi sia sbagliato, e Recco affacci sul mar Adriatico
By alessandro, 15 maggio 2012 @ 13:24
Superlega assolutamente sì. E poi qualsiasi cosa è meglio della Len. Bisogna prendere esempio dall’Eurolega di basket. A partire dal modo di gestire la comunicazione e di come si organizzano gli eventi.
By Riccardo da Recco, 15 maggio 2012 @ 14:13
Recco é in Liguria, la Liguria é in Italia, l’Italia si affaccia sull’Adriatico: quindi non fà una grinza.
poi: il Recco ha “chiesto” di partecipare alla Lega Adriatica, gli inviti non piovono dal cielo.
infine: a parte le 6-7 squadre della seconda metà della classifica di Lega Adriatica (che disputano poi dei playoff a parte), le prime sono molto più forti delle italiane: jug, mladost, jadran h.n., budva, primorje.. tutte squadre che in europa hanno chiuso la porta in faccia a brescia, savona e posillipo vari..
By Riccardo da Recco, 15 maggio 2012 @ 14:19
dimenticavo: non essendo la Lega Adriatica un campionato nazionale ma un torneo a parte (soltanto la griglia finale é propedeutica ai playoff dei singoli campionati nazionali), la pro recco come i suoi degni rivali montenegrini, croati e sloveni (e presto, credo, pure serbi) non possono che trarre un grande beneficio da questa competizione in fatto di “rodaggio” per il palcoscenico europeo “ufficiale”.
By daniel, 15 maggio 2012 @ 19:10
la superlega non si farà, è soltanto un modo per tenere sulla corda la len, per spingerla a fare quello che veramente vogliono dalla len i cosiddetti promotori. cosa? bisognerebbe chiederlo al signor volpi.
By disgustato, 15 maggio 2012 @ 19:16
signori del sito, siate seri, togliete dall’articolo la foto di sloboda e mettete quella di volpi…
By sceneggiata, 15 maggio 2012 @ 19:20
POVERA PALLANUOTO, IN MANO A GENTE CHE PENSA SOLTANTO AI PROPRI INTERESSI… SUPERLEGA? CHISSA VERAMENTE COSA C’E’ SOTTO A TUTTO STO CASINO
By scettikus, 15 maggio 2012 @ 19:30
SUPERLEGA, SUPERLEGA, SUPERLEGA… CHIACCHIERE, CHIACCHERE, CHIACCHERE… POLEMICHE, POLEMICHE, POLEMICHE… MA TANTO NELLA PALLANUOTO NON CAMBIERA’ UNA MINCHIA, ANZI UNA SUPERMINCHIA… SPORT DI SERIE B SIAMO E SPORT DI SERIE B RESTEREMO