Haba Waba, quanto ci manchi!
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Federico Boggiano (R.N. Arenzano)
Il torneo di Haba Waba è sicuramente un mezzo per far appassionare i bambini alla pallanuoto.
In secondo luogo è un accrescimento sotto tutti i livelli per chi, come me, ha la passione per questo sport, e può avere la possibilità di comunicare e di confrontarsi con altri appassionati che, spesso, hanno avuto esperienze di livello superiore.
Fondamentalmente sono questi i due motivi per cui reputo positive le mie quattro esperienze a Lignano Sabbiadoro, per questo, se possibile, ce ne saranno altre.
Ritengo che la crescita del vivaio pallanuotistico della Rari Nantes Arenzano, sia quantitativa che qualitativa, abbia avuto un contributo dal torneo Haba Waba degli anni corsi.
Mi sento di rispondere a chi, tecnico o genitore, critica il fatto dell’agonismo esasperato e precoce che secondo me è vero per quanto riguarda certe società e certi tecnici, che sta a noi ridurre il fenomeno con un comportamento corretto nei confronti dei bambini e degli organizzatori, giuria, arbitri, genitori, ecc… Ad esempio i tecnici ”eticamente corretti”, che non protestano mai, chiedono che anche gli altri si comportino allo stesso modo e, se non lo fanno, siano sanzionati e magari espulsi. Purtroppo bisogna fare i conti con la realtà.
Non nego che, considerato che nel torneo Haba Waba convivono i dilettanti ed i professionisti, mi è sorto il pensiero che sia inutile il confronto tra due realtà che saranno sempre diverse: società attrezzate con piscine enormi, tecnici lautamente pagati contro società senza spazi adatti o molto limitati, tecnici col solo contributo del rimborso spese, se va bene. Mi rispondo considerando che, qualche volta, le società povere si sono avvicinate a quelle più potenti, e già questo è un grande traguardo che ritengo di aver contribuito a raggiungere con la mia società.
Haba Waba è stata occasione di confronto.
Resta da vedere se questi frutti saranno di lunga durata, se il vivaio continuerà a crescere, anche con il contributo di Haba Waba, fino alla prima squadra.
Per adesso posso dire che il risultato dei nostri under 13, secondi in Liguria quest’anno dopo i “professionisti” del Recco, incoraggia in questo senso.
Per quanto riguarda l’organizzazione del torneo, penso che si dovrebbe ricordare sempre che si tratta di bambini, per cui eviterei troppe riunioni e discorsi. Accorcerei ancora la cerimonia di chiusura e farei dire qualcosa dai campioni ai bambini. Altrimenti i campioni rimangono “grandi” sconosciuti lontani. Soprattutto accenderei l’impianto di condizionamento un po’ prima della riunione e fornirei dell’acqua all’ingresso del palazzetto. Calde, troppo calde, erano anche le camerate. E in lieve, ma preoccupante peggioramento la mensa.
Comunque GRAZIE a tutti ed un arrivederci all’anno prossimo e un saluto particolare a Yiannis Giannouris.
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Il video del Bogliasco
La società R.N. Bogliasco ha preferito esprimere le proprie sansazioni sull’Haba Waba Festival con un video realizzato da Simone Canepa. Ringraziamo Giovanna Rosi per avercelo fatto pervenire.
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https://picasaweb.google.com/102922477055790772558/Filmati?authkey=Gv1sRgCKidhMnBxYWu7gE#5761653412888167730
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Filippo Barzon (allenatore 2001 Padova)

I gemelli Anna e Filippo Barzon. All'Haba Waba ha fatto una breve apparizione anche la terza gemella, Laura
Sono reduce dalla mia prima esperienza da allenatore all’Haba Waba e non posso che farvi i miei più sentiti ringraziamenti e complimenti. É stata una grandissima esperienza di sport, di vita, di crescita per i bambini che per la prima volta sono stati lontano da casa. Soprattutto da questo evento impariamo tutti noi adulti, a vivere questo sport non solo con agonismo ma con l’occhio di un bambino, qualche volta un po’ ingenuo ma sempre con il sorriso. L’organizzazione é stata impeccabile, sempre tutto sotto controllo a tutela dei bambini e dei principi umani e sportivi che ci regala il gioco della pallanuoto. Da giorni ricevo messaggi e chiamate da genitori che non fanno altro che ringraziare me, ma vorrei passarli a voi e a tutti coloro che hanno collaborato sperando di far rivivere nuovamente questa esperienza a tutti.
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Lucio Mostallino
Negli anni trenta Bertold Brecht scrisse questi versi che sono sempre attuali:
Chi costruì Tebe dalle Sette Porte? Dentro i libri ci sono i nomi dei re. I re hanno trascinato quei blocchi di pietra?
Babilonia tante volte distrutta, chi altrettante la riedificò? In quali case di Lima lucente d’oro abitavano i costruttori? Dove andarono i muratori, la sera che terminarono la Grande Muraglia?
La grande Roma è piena di archi di trionfo. Chi li costruì? Su chi trionfarono i Cesari
La celebrata Bisanzio aveva solo palazzi per i suoi abitanti?
Anche nella favolosa Atlantide nella notte che il mare li inghiottì, affogarono
implorando aiuto dai loro schiavi.
Il giovane Alessandro conquistò l’India. Lui solo?
Cesare sconfisse i Galli. Non aveva con sé nemmeno un cuoco?
Filippo di Spagna pianse, quando la sua flotta fu affondata. Nessun altro pianse?
Federico II vinse la guerra dei Sette Anni. Chi vinse oltre a lui?
Ogni pagina una vittoria. Chi cucinò la cena della vittoria? Ogni dieci anni un grande uomo. Chi ne pagò le spese?
Tante vicende. Tante domande.
Cesare, Alessandro, Federico II°, Filippo di Spagna li abbiamo conosciuti, apprezzati e ringraziati tutti in Bruno Cufino, Yiannis Giannouris, Lucio Pisani, Gabriele Pomilio (rigorosamente in ordine alfabetico), ma i cuochi, i muratori, i trascinatori di blocchi di pietra e gli “schiavi” che salvarono i loro padroni??????
Eccoli di seguito (rigorosamente in ordine alfabetico), e grazie di cuore a tutti loro:
Fabrizio Baldoni, Luigi Mastrangelo, Fabrizio Napoli, Domenico Simone, Adriano Vannucci.
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Francesco Falco (allenatore Posillipo)
Per la terza volta partecipo a questo bellissimo torneo internazionale che, grazie all’efficace organizzazione, anno dopo anno, diventa sempre più importante e competitivo regalandoci emozioni uniche.
Emozioni generate senza dubbio da questi giovanissimi atleti, che di piccolo hanno solo l’età ma che, grazie alla loro purezza, dedizione, tenacia e spirito di squadra, rappresentano veri e propri esempi per tutto il movimento pallanuotistico e non.
Raggiungere la finale e poi addirittura vincerla altro non è che il frutto di un costante lavoro di squadra, durato tutto l’anno agonistico.
Fondamentale il contributo reso dal prezioso Gennaro Mattiello che mi ha accompagnato e supportato durante il percorso di crescita dei nostri ragazzi.
Non posso che concludere dicendo che questi piccoli uomini, poco più che bambini, con il loro coraggio e la loro caparbietà hanno il merito di aver arricchito sì il mio bagaglio di allenatore, ma soprattutto di uomo.
Grazie ragazzi
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Walter Fasano (Fiore Salerno)
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Giuseppe De Venuto (allenatore del River Borgaro)
Ormai siamo ritornati a Borgaro t.se piccola cittadina alle porte di Torino, nel pulman l’entusiasmo di questa trasferta, la prima, vissuta gomito a gomito, lontano da genitori e parenti sarà ricordata nel tempo. Queste due squadre create nel giro di 6 mesi hanno anche avuto la felicità di aver potuto vincere delle gare, pareggiarne qualcuna ed essere eliminate ai rigori, per loro era pura fantascienza l’entusiasmo era alle stelle, squadre composte quasi tutte al femminile, ognuna aveva 2 maschi e 10 bambine con un’età che variava dal 2001 al 2003. L’altra faccia della felicità è stato l’arrivo in paese dove ci hano accolto con striscioni e bandiere, immagginatevi l’emozione vissuta in quel momento, dove l’unico interesse per le bambine era quello di guardarmi e chiedermi di continuare ad allenarle, di non abbandonarle per allenare i maschi. Volevamo ringraziare ed abbracciare in modo virtuale la Squadra a noi piu’ vicino, dal Pro recco rosa (peccato non ci abbiano mai fatti giocare assieme),la società Millesport con allenatore ragazzi e la pallanuotista Anastasia, il Levante Taranto , i canottieri di Napoli, il Savona che hanno condiviso con noi dei momenti di tifo reciproco, sostenendoci e sostenendoli, e tutta l’organizzazione Haba Waba medici in testa, grazie a tutti al prossimo anno
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Valeria Palombo (allenatore Pro Recco Rosa)
“Siamo in pullman e stiamo tornando da Lignano, l’aria che si respira è malinconica, nonostante tutte non vedano l’ora di abbracciare i loro genitori dispiace un po’ lasciare l’Haba Waba perchè questi giorni insieme sono stati fantastici, ricchi di emozioni e di divertimento.
Abbiamo voluto rischiare con una squadra giovane e di sole donne, su dodici atlete tre sono del 2003 e una del 2005, e anche se i risultati non sono stati positivi le bambine sono cresciute di partita in partita e si è formata una vera squadra con cui poter lavorare in futuro. Tutte le nostre piccole atlete sono scese in campo e hanno lottato, nessuna squadra ha avuto il coraggio di far giocare dei bambini del 2003 e addirittura del 2005, noi sì. Il livello era molto alto e grazie alla società e alle famiglie che hanno permesso che partecipassimo a questo torneo le bimbe sono cresciute tanto e per noi questa è stata la miglior vittoria. In molti ci hanno fatto i complimenti per le nostre piccoline e in molti ci hanno fatto il tifo durante le partite, in particolare una squadra brasiliana, l’Abda Bauru (con cui abbiamo scambiato le magliette) e due squadre di Borgaro con cui ci alleneremo in futuro.
Ho voluto intervistare le mie piccole atlete e ho chiesto loro cosa si portano nel cuore di questa esperienza
1 Gloria (2001): “Nel cuore mi porto tutte le partite e stare in porta, non credevo mi piacesse tanto”.
2 Agnese (2002): “E’ stato bello stare in compagnia delle mie amiche e della mia squadra. Anche se non abbiamo vinto ci siamo divertite tanto”.
3 Sofia (2001): “Mi porterò sempre nel cuore l’emozione di partecipare alle partire e il tifo”.
4 Noemi (2001): “Sono contenta di aver avuto per la prima volta una squadra di solo femmine che ci capivamo l’una con l’altra e anche se le partite non sono andate bene noi siamo soddisfatte di come abbiamo giocato”.
5 Alessia (2003): “Come prima esperienza è stata bellissima. Anche se non abbiamo vinto mi sono divertita talmente tanto che non volevo più tornare a casa”.
6 Marta (2001): “Mi porterò nel cuore l’affetto che mi hanno dato le mie amiche”.
7 Ilaria (Capitana, 2001): “Tanta felicità. Sono molto contenta di aver giocato bene con le mie compagne, divertendoci insieme alle nostre allenatrici”.
8 Benny (2003): “Mi sono molto divertita, anche se non abbiamo vinto niente sono molto felice della mia squadra e di aver partecipato”.
9 Vittoria (2003): “Mi sono divertita molto anche se non abbiamo vinto”.
10 Tata (2001): “Mi porterò nel cuore le partite che abbiamo affrontato insieme come squadra”.
11 Giulia (2001): “Mi è piaciuto tutto, in particolare le piscine”.
13 Veronica (2005): “Anche se i risultati non sono stati sempre belli, tutte le partite sono stati emozionanti. E’ stato bello anche perchè abbiamo fatto tante amicizie con altre squadre”.
Queste sono le nostre atlete di cui noi (Valeria, Elena, Claudio, Andrea, Mario) siamo orgogliosi. Un grazie a tutte loro per questa bella esperienza passata insieme”.
Valeria Palombo
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Gloria Gorlero (vice allenatore R.N. Imperia)
Come l’Haba Waba di 2 anni fa, anche questo rimarrà nel mio cuore perchè esperienze cosi belle, pulite, sincere, dolci, sono impossibili da dimenticare e da raccontare. Cosa c’è di più bello che vedere felici questi bambini? Vederli giocare allo sport più bello del mondo, vederli fare gruppo, aiutarsi, aiutarCI, vederli mangiare come maialini, vederli correre sulle infinite spiagge di Lignano, sentirli far casino in camera, vederli responsabili… VEDERLI SORRIDERE .. Quasi quasi rimango qui con loro un’altra settimana, perche mi conosco e so che mi mancheranno.
Roberto Capasso (allenatore Millesport)
Molto buona l’organizzazione, impressione positivissima di Giannouris, capace ed ottima persona. L’Haba Waba è una cosa molto grande, talvolta più di quello che gli stessi organizzatori immaginano: uesta è la prima impressione che ho avuto a Lignano Sabbiadoro. Proposta: valorizzare di più le squadre che hanno femmine o solo femmine a partire da un minimo di tre partecipanti, e magari fare un girone per loro. Anticiparsi per la formazione degli arbitri e coinvolgere tutte le squadre italiane e non a collaborare. Questo è un movimento necessario e di vitale importanza, bisogna organizzare delle delegazioni che possano visitare i paesi dove la pallanuoto è poco diffusa, penso a quelle che ho visto a Lignano, per esempio Egitto e Singapore.

La Millesport: Cianci, Fabrizio, Galante, Del Falco, Muscerino, Cantone, Caniglia, Smimmo, Alliegro, Panico, Iorio, D'Amore, Fusco, Paone
Oreste di Pasqua (Millesport)
Contento della orgazizzazione del torneo, si potrebbe migliorare la direzione arbitrale, il torneo potrebbe essere reso più omogeneo se non partecipassero rappresentative ma ragazzi tesserati, magari anche propaganda, appartenenti ad un club. Inoltre se si gioca già da piccolini continuamente a zona non si apprezzano le loro qualità: anni fa dopo il secondo fallo sul centro bisognava cambiare marcatura e questo favoriva il movimento dei giocatori anche nelle categorie superiori.
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Bruno Congiu (allenatore R.N. Sori)
Una delle componenti più belle della mia vita sono i bambini. Aver la possibilità di vivere con loro, grazie a loro, una manifestazione così grande è stato un ulteriore arricchimento della mia persona. Un’esperienza talmente importante che va ben oltre lo sport. Durante l’anno i momenti duri si incontrano spesso, riuscire a coniugare lavoro, famiglia e questa grande passione a volte sembra impossibile. Poi arriva l’Haba Waba e subentra parte di quell’energia positiva che ti fa ripartire a passo di corsa.
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Roberto De Gennaro (direttore sportivo Latina Pallanuoto)
Dopo tanta attesa è arrivato il momento emozionante delle partite. E’ stato uno spettacolo vero che penso rimarrà nel cuore di tutti noi. Quest’anno la Waterpolo development si è veramente superata. 92 squadre provenienti da tutto il mondo di bambini di questa fascia di età penso sia impresa titanica per chiunque. Tutti si sono divertiti divertendosi con il fantastico gioco della pallanuoto e chissà che, tra i tanti bambini di oggi, non possa uscire il “Calcaterra” di domani.
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Fabrizio Napoli (giornalista)
Dal 20 al 30 giugno il sottoscritto è stato letteralmente travolto dall’Haba Waba Festival. Una manifestazione che negli anni precedenti avevo seguito da lontano, ricavandone impressioni positive. Stavolta sono andato sul posto, aggiunto allo staff dagli organizzatori, e ho scoperto un evento unico nel panorama non solo dello sport italiano, ma internazionale. Mille giocatori, allenatori, dirigenti e genitori al seguito, in quello che, a tutti gli effetti, assomiglia molto a un villaggio olimpico. Quale sport offre tanto ai bambini, attualmente?
Sono riuscito a vedere solo poche partite, oberato dal lavoro che un evento del genere scarica addosso allo staff organizzativo. Ma quelle poche gare sono bastate a ricordarmi quanto sia bello il nostro sport, quanto calore ed emozioni possa regalare e, soprattutto, quanto può essere divertente praticarlo. Le stesse sensazioni, probabilmente, le hanno provate i bambini, creando un “imprinting” con la pallanuoto che li “segnerà” a vita. Se l’intento della WPD, alla nascita dell’Haba Waba, era quello di propagandare questo sport, direi che è stato pienamente centrato. Un bambino che esce dall’Haba Waba conserva un ricordo indimenticabile e si sente più legato alla pallanuoto.
Come ogni grande evento, naturalmente, ci sono mille aspetti che possono e devono essere migliorati. Per alcuni spetta ai membri della WPD provvedere – e il giorno dopo la cerimonia di chiusura, Gabriele Pomilio, Bruno Cufino, Yannis Giannouris, Lucio Pisani e gli altri ne stavano già discutendo; per altri, come l’esasperazione di alcuni comportamenti da parte dei genitori-tifosi (o di alcuni allenatori), c’è poco da fare, se non escludere chi non rispetta l’etica sportiva.
Ma allo stato attuale è difficile non inserire l’Haba Waba tra le poche cose da salvare dell’universo pallanuoto.
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Federico Vattuone (allenatore R.N. Savona 2001)
Complessivamente è stata un’esperienza bellissima, emozionante ed intensa sia per i bambini sia per me. Io la ripeterei già domani.
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Luigi Nigro (allenatore Nuoto Catania)

Il Nuoto Catania
Al di là dell’aspetto sportivo, delle vittorie e delle sconfitte, è stata un esperienza che segnerà in maniera indelebile i nostri ragazzi. Il rispetto delle regole di gioco e di comportamento, la convivenza con i compagni di squadra e con ragazzini della stessa età, ma di nazionalità completamente differenti, e le prime responsabilità dettate dalla mancanza dei genitori sono solo alcuni degli elementi che compongono il grosso bagaglio di esperienza che i nostri ragazzi hanno portato con se al loro rientro a casa. Non abbiamo fissato alcun obbiettivo sportivo per il torneo, volevamo e abbiamo lavorato affinché i ragazzi sperimentassero esclusivamente la gioia dell’acqua, del gioco e della pallanuoto, senza trascurare l’importanza di far vivere un’esperienza lontana dalle abitudini e dalle comodità casalinghe e dei genitori, i quali, sovente vivono con partecipazione eccessiva questi momenti diventando note negative per la crescita sportiva dei ragazzi. Un investimento necessario per tutte le società della Nuoto Catania, che crede fermamente nel progetto di sviluppo e valorizzazione dei propri vivai e dell’intero movimento pallanuotistico. È un torneo che esprime tassi tecnici di livello assoluto considerando le categorie (quest’anno 2001/2002, 2003 e seguenti, ndr). Diventa infatti praticamente impossibile per le società che non vi partecipano ritrovare un simile livello tecnico all’interno dei vari campionati regionali. In conclusione, credo sia un appuntamento che impone un’attenta pianificazione da parte delle società e dei rispettivi tecnici, cosa che la Nuoto Catania ha fatto con tutte le sue energie organizzative”.
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Luca Picciafuoco (allenatore Levante Ravatti)
“E’ stata un’esperienza bellissima. Era la prima volta, per me, al seguito di questo gruppo come allenatore. È stato davvero gratificante. La squadra ha giocato bene e si è comportata, fuori dalla vasca, in maniera impeccabile. Ho voluto esserci nonostante il gesso e, sinceramente, ne è davvero valsa la pena”.
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Giulio Torlo (allenatore Pallanuoto Trieste)

La Pallanuoto Trieste
Un’altra edizione se n’è andata, e tante sono state le novità e gioie, come ogni anno! E come le altre volte, nonostante tutto, sono felice, orgoglioso ed onorato di poter dire: Io c’ero!
E’ stata un edizione dai numeri ancora più alti, ma comunque tutta la macchina organizzativa è riuscita a far procedere tutto senza grossi intoppi.
Credo che da quest’anno si possa veramente parlare di un’Olimpiade per club di pallanuoto dei giovanissimi: veramente quest’anno ho visto un livello di gioco in quasi tutte le partite (e anche nelle ultime partite del torneo dei piccoli) che non mi permette più di parlare di aquagol: ho visto delle belle partite di pallanuoto! L’HabaWaba ha veramente cambiato il modo di vedere ed interpretare il lavoro da fare per l’avviamento alla pallanuoto; ed i risultati che si sono ottenuti in soli cinque anni sono fantastici. La qualità del gioco e la precocità dell’assimilazione dei gesti tecnici da parte dei giovani atleti, continua a dimostrare che si sta lavorando nella direzione giusta, assaporando ogni anno i frutti di questo ottimo lavoro.
Questo grandissimo ed inaspettato successo, ha i suoi lati positivi e purtroppo anche alcuni negativi. Ad esempio, è stato un ottimo risultato poter gustarsi una finale non scontata, con un gran gioco da parte di entrambe le squadre, ed una rimonta quasi riuscita nel finale da parte del Cattaro, che ha indubbiamente tenuto tutti incollati alle tribune.
Forse, non è stato il massimo vedere una cura così precisa dei tatticismi di gioco con atleti così piccoli. Il ricorso al raddoppio sul centroboa, o addirittura alla zona, sono state situazioni che ho visto spessissimo, ma ritengo che sia presto per dedicarci tale cura. Non nego di aver fatto giocare anch’io spesso la mia squadra difendendo con l’aiuto sulla marcatura del centroboa, e sono molto soddisfatto di ciò che i ragazzi sono riusciti a fare, poiché nei mesi precedenti ho insegnato loro solamente a difendere a pressing. Però grazie alla crescita che hanno fatto in gruppo, sono riusciti a realizzare con successo anche delle varianti al modo di giocare che hanno fin’ora imparato. Semplicemente, penso sia importante stare attenti a non dedicare troppo tempo a queste soluzioni tattiche, a discapito dei fondamentali della pallanuoto, come per esempio la difesa a pressing e tutto ciò che comporta: con una profonda attenzione a questa preparazione, ogni soluzione successiva sarà più semplice da comprendere per i ragazzi.
Le scene di rabbia e pazzia tra gli allenatori ed i genitori/ultras (non dei piccoli atleti…), sono secondo me l’aspetto negativo più grave che il crescente valore agonistico dell’HabaWaba sta portando: deve essere assolutamente trovata una soluzione, non è possibile che ragazzini di 11 anni debbano ritrovarsi spettatori di uno spettacolo così indecente, quando dovrebbero essere soltanto loro e le loro qualità a dare spettacolo! Non ho avuto la sfortuna di essere personalmente presente agli spettacoli più indecorosi della manifestazione, ma il solo racconto mi ha lasciato esterrefatto.
Riguardo l’avventura della squadra che ho guidato, non posso che riconoscere quei piccoli-grandi gesti che ho visto fare dai ragazzi, che sono l’unica vera ricompensa all’intenso lavoro di questa settimana e dei 9 mesi precedenti. Ripensare a qual’era il livello tecnico e di maturità di ogni ragazzo preso singolarmente, e dell’intero gruppo, un anno fa, e di ciò che ho visto in questa settimana, rende veramente orgogliosi di avere avuto la possibilità di farli crescere, e crescere con loro. Rendersi conto che i problemi fuori dall’acqua ci sono, certi purtroppo molto pesanti e sconcertanti, ma che il gruppo si è comportato veramente in maniera molto matura e coscienziosa (molto meglio di alcuni adulti), mi lascia felicemente sorpreso. Sono soddisfatto di potermi accorgere di averli insegnato a giocare, prima che con la tecnica, con il cuore, avendoli visti andare in acqua sempre convinti, e crederci fino in fondo, non dare mai per finita una partita. Nell’ultima partita della fase a gironi,i ragazzi hanno giocato e ci hanno creduto fino in fondo, con una rimonta nel secondo tempo dal -4 al -1 con la squadra che si è classificata seconda nel torneo; questo mi fa anche pensare a 3 anni fa, quando partecipammo per la prima volta all’HabaWaba: felici di esserci stati, pur rendendosi conto che eravamo anni luce lontani dalla vetta, sotto il punto di vista della qualità e preparazione del gioco. Ora invece, con un numero molto più alto di squadre ed un livello generale cresciuto molto, la vetta la vediamo, sappiamo che è lì e sappiamo che continuando a lavorare in questa maniera ora è un traguardo raggiungibile.
Proprio questi sono gli obiettivi che tutti dovremmo porci secondo me, allenando ragazzi di quest’età: insegnare loro a divertirsi, a provare felicità quando giocano a pallanuoto; imparare ad essere squadra, a lottare insieme e per il gruppo, mai per se stessi; insegnare le basi tecniche di questo sport, ma capire che si possono anche stravolgere i pronostici quando si gioca con il cuore, credendo nella forza e nelle capacità di ogni singolo componente del gruppo.
Infine, la più grande ricompensa ricevuta da quest’HabaWaba, è stata quando durante gli ultimi attimi della partita che abbiamo giocato negli ottavi di finale, ormai indiscutibilmente battuti, ho visto alcuni volti tristi (avevo raccomandato già che non ci sarebbero stati motivi di tristezza, ma si sa che comunque va così…), e nonostante ciò ancora grintosi, ancora vogliosi di dimostrare il loro valore, ancora con il desiderio di giocare, fino alla fine. Be’, in quei momenti riportando alla mente l’impegno di tutto l’anno, ho “dovuto” alzarmi e camminare dietro la panchina per nascondere la mia visibile emozione, che i ragazzi non dovevano vedere per non fraintenderla con la loro, comprensibile, leggere tristezza. Posso garantire che questo ripaga di tutto!!
Quindi un grandissimo grazie a loro, a Michele, Lucrezia, Mattia, Francesco, Lorenzo, Gabrio, Tommaso, Andrea, Andrea, Luca, Aleksandra e Giovanni per tutto ciò che mi hanno dato in questa settimana e nei mesi precedenti. E un profondo ringraziamento va anche alla mia “spalla” Ilaria: il suo aiuto e supporto per me sono stati fondamentali.
By Federico, 2 luglio 2012 @ 18:14
Una settimana pazzesca: sotto molti aspetti. L’anno scorso, per motivi di lavoro, non potetti seguire mio figlio all’Haba Waba. Quest’anno ho deciso di prendere una settimana di ferie per seguire da vicino le gesta di Nico e dei suoi compagnetti. Risultato? Emozionante, come poche cose nella vita. Non è solo l’aspetto sportivo; quello è sicuramente un importante stimolo di crescita per tutti i piccoli partecipanti; quanto, l’aspetto sociale che raggruppa bambini di tutto il mondo, che si incrociano in sfide corrette ed in giochi anche fuori dal campo di gioco. Allenatori senza voce per le urla d’incitamento ai propri allievi; genitori che tifano (incresciosi alcuni episodi!) i propri figli; organizzatori sempre disponibili e pronti a risolvere qualsiasi imprevisto. E quest’anno, da quello che ho capito sul posto, anche qualche novità quali: il premio del video più carino; un torneo a parte per le squadre meno forti, la possibilità data ad alcuni ragazzi che si affacciavano per la prima volta nel mindo dell’arbitraggio. Insomma, sposo appieno il progetto della Wdp e mi prenoto per il prossimo anno!
Federico.
By Adriano Vannucci, 5 luglio 2012 @ 12:00
Un ringraziamento di cuore all’amico (mi onoro di ritenerti tale) Lucio Mostallino. Il tuo contributo, supporto e, soprattutto, aiuto è stato preziosissimo.
ps: ti devo sempre un “giro” di birra
By , 5 luglio 2012 @ 14:23
Complimenti, lasciamo stare la vetta, allenatore e squadra sono gia’ il massimo che lo sport possa esprimere. Lasciamo discutere di classifiche a chi fa sport per contratto, e lasciamo che i ragazzi si appropino di tutto cio’ che questa esperienza puo’ dare, maturando il discernimento, ambendo al miglioramento prima che al risultato.
Complimenti e grazie.