Club e competenze degli allenatori ai tempi della crisi

La crisi c’è, si sente e si vede.

Tutti sono in grado di osservare che le difficoltà del momento indirizzano i club sportivi di qualsiasi disciplina verso un’ottica di risparmio. Indirizzo indispensabile, spesso, per garantirne la sopravvivenza. La pallanuoto, con le notizie pirotecniche di questi giorni di crisi, non fa eccezione.

Molti osservano e sostengono che, specie gli sport minori e di nicchia (la pallanuoto è tra questi…) ci sono voci di bilancio che in un’ottica di spendig review hanno la priorità di taglio. Su tutte il capitolo relativo al costo degli ingaggi dei giocatori; argomentazione che, dati i tempi e le difficoltà, anche per  aspetti morali ha una sua indubbia valenza. Tra i moltisostenitori di questa tesi, però, pochi ricordano che gli stessi club che hanno contribuito ad innalzare i tetti lasciandosi coinvolgere in un’asta alla quale loro stessi non sapevano per quale motivo sportivo vi partecipavano, oggi si fanno portavoci indignati di questa esigenza, ergendosi a paladini della valorizzazione della crescita dei vivai e riscoprendo una vocazione giovanileche per anni avevano dimenticato, se non nella misura in cui la stessa non era finalizzata alle prime squadre, ma ai successi di categoria. Tutto in linea con quanto accade anche nella società civile.Ma questo potrebbe non costituire un problema.

Spesso infatti sono le difficoltà che fanno aprire gli occhi e impongono, per fare un esempio marinaresco, a  chi fino ad un certo momento ha navigato a vista di fornirsi di una bussola, di un sestante, di mappe nautiche etc etc. Errori se ne possono commettere ed anche tanti,  ma,  come ben sanno tutti gli educatori, essi fanno parte delle tappe di apprendimento, e costituiscono, se individuati e corretti, i fattori più incisivi del miglioramento e del progresso. Il vecchio proverbio “sbagliando s’impara” vale nello sport quanto  nella vita.

Quello di cui si ha bisogno oggi, a mio parere, è che i club comincino a concepire lo sport e la sua organizzazione in maniera diversa ed a sviluppare nuove strategie.  Bisogna con impegno studiare sistemi di autofinanziamento e di ottimizzazione delle risorse, seguendo magari la strada del consorziarsi e non dispendere energie, superando chiusure campanilistiche spesso ottuse, ragionando in maniera meno assistenziale e meno legata alla possibilità di reperire o meno una sponsorizzazione, che, in ogni caso, non sarà mai duratura. Non si può pensare che la vita di un club sia legata esclusivamente agli abbinamenti pubblicitari ed alla capacità di ricerca di esso, o alla follia di un mecenate, o all’assistenza degli enti locali, oppure  agli interessati quanto squallidi politici di turno etc.

Ma adesso, ciò che è davvero importante e forse vitale, è che lo comprendano anche gli allenatori, i quali devono necessariamente incrementare le loro competenze e ragionare a 360 gradi sul sistema pallanuoto, oltre che a bordo vasca, per diventare il vero motore del cambiamento di rotta. Sono questi ( ed io tra loro a prescindere dagli anni…) che devono fare il gran salto di qualità, perché sono gli unici che, se non altro perstatus,possono essere considerati professionisti in questo sport. Un salto di qualità che i tempi richiedono e che renderebbe giustizia a tutta la categoria, oggi più di ieri poco rappresentata,  perché oggi, ancora più di ieri,  molto più improvvisata. Ma davvero un club può pensare che l’inversione di rotta passa esclusivamente per dare spazio ad un allenatore giovane e all’impiegare ragazzi fatti in casa ( o accidentalmente trovati in casa…) senza modificare strategie di lavoro e di intervento, senza programmare al dettaglio e senza modificare i criteri stessi della propria organizzazione interna? Viceversa, come spesso accade, davvero un allenatore, giovane o meno giovane che sia, può pensare che senza radicali mutamenti nel modo di vedere , interpretare e pensare lo sport a 360 gradi, solo grazie  alla sua, spesso presunta, maestria di bordo vasca è in grado di fare uscire un club dalle sabbie mobili in cui, complice se stesso,  lo ha trascinato la crisi economica globale?

Di quelle che sono le necessità dei club e le competenze dei dirigenti sportivi se ne parla anche troppo e spesso anche a vanvera; ricerca di sponsor, vendita del prodotto pallanuoto, incremento del pubblico, allestimento dei campi  etc sono argomenti perennemente all’ordine del giorno di dibattiti e discussioni,  anche sul web.

Ma l’aspetto di cui mi vorrei occupare oggiè un altro, e più che mai attuale. Oggi si avverte la necessità di identificare le competenze necessarie ad un allenatore di alto livello ai tempidella crisi. Cosa  intendo realmente per competenze e cosa intendo per competenze ai tempi della crisi. Credo di aver già espresso questo mio convincimento altre volte, non ricordo se sulle pagine di questo sito o sul vecchio waterpolonline.Io penso che lo sport si impadronisca di alcune scienze (fisiologia, psicologia, sociologia, comunicazione, statistica etc) in un momento successivo alla loro evoluzione. Oppure, se vogliamo dirlo partendo da un ragionamento opposto ma che non cambia la sostanza, queste stesse scienze si impadroniscono del campo della pratica sportiva solo successivamente alla loro evoluzione. Col progredire delle conoscenze ognuna delle scienze che riguardano lo sport diventa  più specifica, e, diventandolo  si allontana dalle altre, rendendosempre più complicato collegarle e rimetterle insieme. La scienza dello sport è l’insieme di queste scienze messe in relazione tra di loro.

Cosa c’entrano, in tutto ciò le competenze degli allenatori? E’ semplice. Un allenatore non è un fisiologo dello sport, non è uno psicologo dello sport né un sociologo, e non è nemmeno uno statistico o altro. L’allenatore di alto livello è colui che possiede delle competenze tali da essere in grado di mettere in relazione le branche, spesso lontane e diverse tra loro, che compongono la scienza dello sport, le sappia comprendere, sintetizzare e  riversare, poi, nell’allenamento. Da queste competenze nasce la capacità di programmare l’allenamento, di gestire l’organizzazione del gioco, la gestione del gruppo etc.

Competenze degli allenatori ai tempi della crisi. Le difficoltà dei nostri tempi, volenti o nolenti, impongono agli allenatori di alto livello di incrementare le proprie competenze, e non solo sul piano teorico, ma anche su quello pratico.E’ un’esigenza dettata dai fatti e dalle necessità. Provo a spiegarmi.

Lo sport italiano, almeno quello di cui ci occupiamo noi, si mantiene sul volontariato (che è sempre animato dalla passione) . Il volontariato è allo stesso tempo il limite e la salvezza dei nostri club. Volontari sonoi dirigenti accompagnatori, volontari sono quelli che si occupano dei tesseramenti, volontari sono quelli che provano a fare marketing, volontari sono coloro che organizzano le trasferte, volontari sono coloro che compongono i consigli direttivi dei club e volontari, infine, sono i presidenti dei club. Tra questi, ovviamente,  ci sono rarissime eccezioni (non dichiarate e non dichiarabili), e sono quelle che confermano la regola. Discutibili o meno, lungimiranti o meno, solventi o meno è gente a cui ancora oggi bisogna dire grazie se, tra defezioni dell’ultima ora e avvenimenti scandalosi, i nostri campionati si disputano, se le squadre nazionali hanno una baseda cui attingere etc etc. Insomma bisogna dire loro grazie se il nostro sport esiste. Ma il volontariato, come si intuisce, non può avere regole certe  e, nel caso in cui provasse a darsele, sono regole che possono essere messe in discussione sempre e comunque.  Chi di noi che legge, se non remunerato, con un problema familiare di qualsiasi genere da risolvere , può sentirsi in obbligo di uscire di casa sotto un temporale d’inverno  per andarsi a rinchiudere due o tre ore in un posto umido e scomodo come la hall o una stanzetta di una piscina (perché nella maggior parte dei casi si tratta di questo) per risolvere problematiche stressanti e, magari, sentirsi anche accusare di non aver sbrigato per tempo alcune faccende legate ad adempimenti burocratici noiosi ma indispensabili alla vita di un club?  Chi di noi che legge, sempre gratis et amore dei,può sentirsi in obbligo di lasciare o sospendere la propria attività lavorativa dalla quale sostiene se stesso e la propria famiglia, per fare fronte ad un’emergenza  legata alle problematiche di un club, ben sapendo che nel nostro mondo l’emergenza è la regola?

Questo genere di valutazioni, oggi, ai tempi della crisi economica più dura degli ultimi decenni, mi fa pensare che la sopravvivenza stessa della pallanuoto di alto livello è legata a nuove competenze di cui solo gli allenatori possono farsi carico, qualificando il proprio professionismo, e al contempo venire in soccorso a club malati e in difficoltà.   In realtà persiste ancora la convinzione che l’allenatore  è colui che si presenta all’ora dell’allenamento in piscina con cronometro e fischietto alla mano, si cambia in fretta e furia e impartisce disposizioni, manda qualche urlo, fa qualche disegno alla lavagnetta e, terminato l’allenamento, solo in caso di imprevisto si trattiene una mezzoretta in più.  Terminato ciò, chi si è visto si è visto. E’ una convinzione, questa, di molti dirigenti sportivi, ma, cosa estremamente grave, è alimentata anche  dalla convinzione e dal comportamento  di molti allenatori che, così agendo, finiscono per mortificare un’intera categoria, svilendo l’importanza e la qualità di quelle che dovrebbero essere le competenze e le esperienze, e fortificando il pensiero di chi ritiene quella dell’allenatore non una professione ma una attività di arrotondamento economico dopolavoristico.

Andando oltre queste considerazioni, cercherò di sintetizzare il mio discorso sulle competenze degli allenatori in un momento come questo. Esse vanno raggruppate  in due branche fondamentali, una che riguarda strettamente le scienze dello sport e le sue conoscenze, l’altra le dinamiche socioculturali che investono lo sport in senso più ampio.

Quali sono, dunque, scendendo nei particolari, le competenze dell’ allenatore? Proverò a sintetizzare:

1) Interrelazione tra allenamento e prestazione di alto livello : deve essere capace di analizzare le prestazioni di alto livello e ricavarne le tendenze; serve per anticipare quelle che saranno le necessità future, intuire verso quali cambiamenti tecnici  va la pallanuoto e utilizzare questa competenza per programmare il lavoro sulle generazioni future di cui ha responsabilità di gestione.  Deve, inoltre, essere padrone dei principi scientifici dell’allenamento e delle conseguenze che questi  hanno sulla prestazione, comprendendone  alla perfezione i meccanismi.

2) Interrelazione tra allenamento ed atleti: deve comprendere quali sono i principi di adattamento degli atleti e delle squadre nel  loro insieme  all’allenamento, i tempi necessari e  le tappe da percorrere per ottimizzare la prestazione sul piano fisico, sul piano tecnico e su quello del gioco; deve sapere individualizzare l’allenamento e differenziare la sua azione per gestire un gruppo tenendo conto delle differenze date da fattori diversi (ruolo, età etc); deve saper gestire con serenità di giudizio e di comportamento  la propria relazione con gli atleti sia sul piano individuale che col gruppo-squadra; deve garantire la massima sicurezza sotto il profilo della salute conoscendo alla perfezione le esercitazioni a cui sottopone gli atleti; deve conoscere ed analizzare i rischi derivanti dall’allenamento; deve saper pianificare a breve, medio e lungo termine.

3) Interrelazione tra prestazione ed atleti: deve saper identificare le caratteristiche degli atleti, sia sul piano fisico che su quello tecnico; deve saper selezionare riducendo al minimo l’errore di valutazione; deve saper scoprire ed intuire potenzialità a volte nascoste; deve saper guidare l’atleta e la squadra senza mai perdere di vista gli obiettivi; deve saper  gestire atleti e squadra.

4) Gestione del sistema allenamento/prestazione/atleti: deve saper gestire tutto il sistema allenamento; deve gestire il progetto dell’allenamento e le sue finalità; deve gestire il tempo; deve saper mettere in relazione l’allenamento con la prestazione ottenuta e la prestazione ottenuta con gli atleti e la squadra.

Queste che ho sommariamente elencato sono le competenze base che deve possedere l’allenatore di alto livello. E’ evidente che col passare del tempo le sue competenze devono perfezionarsi ed incrementarsi, e spesso  devono, nel suo stesso interesse oltre che della pallanuoto in generale, rispondere alle necessità che i tempi impongono, ai mutamenti culturali e sociali. Ho provato a sintetizzarle nel capitolo che segue.

5) Interrelazione tra il sistema ed il contesto ambientale: deve innanzitutto trasmettere le proprie esperienze e le linee guida a dirigenti, futuri dirigenti e giovani allenatori, partendo dal presupposto che quanto più è ampia la conoscenza anche sul piano delle dinamiche della cultura sportiva tanto più si arricchiscono i club presso cui si opera; deve intuire, proporre ed eventualmente mettere in atto strategie di crescita, di autofinanziamento e di taglio alle spese prendendosene, all’occorrenza, la responsabilità; deve intuire possibilità di sinergie e collaborazione con altri club per ottimizzare risorse e contenere spese; deve saper comunicare con il contesto sociale in cui opera, intuendo e trovando la strada attraverso la quale relazionarsi perché la pallanuoto non risulti essere avulsa dal territorio in cui opera il club; deve sapersi relazionare non solo con il proprio mondo sportivo fatto di altri club, federazioni etc, ma anche con quello di altri sport.

Ai tempi della crisi non vanno  mai dimenticate, mortificate e messe  da parte  la qualità e la competenza. Ignorarle o andare avanti a tentoni non è operare in un’ottica di risparmio, ma è innescare o accellerare processi di disfacimento. Questo è bene che entri nella testa dei dirigenti dei club, dei dirigenti federali e degli allenatori tutti.  Il nostro sport ha bisogno di questo.

Bruno Cufino

25 commenti

  • By MTC, 24 luglio 2012 @ 11:45

    “..Tra i molti sostenitori di questa tesi, però, pochi ricordano che gli stessi club che hanno contribuito ad innalzare i tetti lasciandosi coinvolgere in un’asta alla quale loro stessi non sapevano per quale motivo sportivo vi partecipavano, oggi si fanno portavoci indignati di questa esigenza, ergendosi a paladini della valorizzazione della crescita dei vivai e riscoprendo una vocazione giovanile che per anni avevano dimenticato..”
    Mi ricordo che circa 25 anni fà, una squadra/meteora arrivò sul proscenio del campionato italiano di pallanuoto, arrivando anche a una finale scudetto, persa, che fu il momento più alto e la partenza per l’immediato declino. Questa squadra rastrellò i campioni a suon di soldoni (Estiarte, Ferretti, ecc..) delle altre squadre, senza dare altro al movimento pallanuotistico.
    Chi era l’allenatore?
    Saluti

  • By MTC, 24 luglio 2012 @ 12:10

    per precisione, la squadra si chiamava Volturno….

  • By bruno cufino, 24 luglio 2012 @ 13:58

    Se la domanda dell’anonimo MTC fosse sarcasticamente rivolta al sottoscritto sarò ben lieto di rispondere perchè in queste cose, oltre ad avere buona memoria, provo anche a documentarmi. Correva l’anno 1993/1994. Mentro io allenavo la Paguros, squadra siciliana (in precedenza avevo allenato sempre in Sicilia la Poseidon e nei 5 anni precedenti avevo allenato il Caserta NC dalla serie C alla A/1 fino al fallimento del club che non si iscrisse al campionato “fagocitato” dal Volturno) la squadra a cui fa riferimento, appunto il Volturno, allenato da Milivoj Bebic disputava e perdeva la finale scudetto contro il Posillipo . Bebic quell’anno andò a sostituire l’allenatore dell’anno precedente Zoran Roje, che a sua volta sostituì Damir Polic, che a sua volta sostituì Renato Notarangelo che prese il posto di Misha Asic che a sua volta lo aveva sostituito qualche anno prima. Per trovare Il sottoscritto nei quadri tecnici del Volturno deve risalire all’anno 1987, nel cui maggio mi dimisi per incomprensioni con l’allora presidente Dott. Raffaele Sapienza. Allenavo le squadre giovanili e la squadra femminile all’epoca campione d’italia. Non ho mai allenato la prima squadra maschile del Volturno.
    Se è sua intenzione trovare obiezioni o contestare quanto da me scritto tornando dietro nel tempo di oltre ventanni in ogni caso senza logica ( e se anche fossi stato io l’allenatore cosa cambiava?) lo facesse anche, ma con un pizzico di attenzione e documentazione, oltre che di intelligenza. Voglio augurarmi per il bene e il futuro di questo sport che lei non sia un dirigente o un allenatore , diversamente i problemi che noi abbiamo sono ben più gravi di quanto appaiono

  • By Luca, 24 luglio 2012 @ 15:10

    Professor Cufino, lei è davvero un grande.
    Senza parole… All’omonimo MTC: Almeno potresti firmarti… è evidente che non sai nemmeno tu cosa dici.. è la seconda volta che vieni beccato per l’inesattezza delle tue “precisazioni”. Luca Gagliotta

  • By Luca, 24 luglio 2012 @ 15:33

    scusatemi, sarà la stanchezza.. “all’anonimo MTC”

  • By MTC, 24 luglio 2012 @ 15:47

    So benissimo che non era lei l’allenatore, infatti la domanda era rivolta ipoteticamente agli allenatori della squadra che per prima ha fatto lievitare costi e ingaggi della pallanuoto italiana, disinteressandosi di vivaio e settore giovanile.
    Per quel che riguarda il suo giudizio sulla mia intelligenza, si commenta da sè.
    Allo stesso modo, il suo augurio che io non sia nè un allenatore nè un dirigente, lo prendo come un complimento, visto come oggi la pallanuoto sta “affondando”. Lei che invece ne fà parte da decenni (anche nel superVolturno, come lei stesso asserisce), continui pure a pensare che siano gli altri che hanno sbagliato (…”oggi si fanno portavoci indignati di questa esigenza, ergendosi a paladini della valorizzazione della crescita dei vivai e riscoprendo una vocazione giovanile che per anni avevano dimenticato”…); sempre colpa degli altri…

  • By sara mainardi, 24 luglio 2012 @ 15:55

    vogliamo parlare anche dei costi altissimi dei Camp!?….alcuni con patrocinio Fin….dovrebbeto essere un moento xi aggregazione e sport alla portata di tutti i ragazzi!

  • By jack, 24 luglio 2012 @ 16:26

    ahahhahahahh! MTC che figura di c….!!! aahahhahaha! fossi in te smetterei di commentare a vita. Meno male che nessuno sa chi sei! ahahahahhahaha

  • By MTC, 24 luglio 2012 @ 16:40

    Jack, ma tu non sei in me….

  • By MTC, 24 luglio 2012 @ 16:59

    x Luca, le mie non sono “precisazioni” ( e quale sarebbe la prima?), e comunque non tutti purtroppo possono essere intelligenti come te che riesci a “beccarti” da solo…
    Può darsi che avendo scritto “Professor Cufino, lei è davvero un grande.” (commento arguto…), ora che sa il tuo nome e cognome, ti nominerà dirigente e/o allenatore del futuro ….

  • By figura, 24 luglio 2012 @ 17:28

    Mamma mia che brutta figura….

  • By , 24 luglio 2012 @ 17:58

    TUTTO INUTILE…..

  • By Luca, 25 luglio 2012 @ 09:59

    Onore e piacere…..

  • By Lallo, 25 luglio 2012 @ 10:05

    ahahahah rimuovono i commenti che non sono d’accordo… ahahahahhahaahahha questo si chiama opinioni libere… ahahahahha

    RISPONDE MARIO CORCIONE: No, rimuoviamo sempre quelli offensivi o passibili di querela, a volte anche quelli stupidi e inutili

  • By vezio pizzo, 25 luglio 2012 @ 13:21

    La relazione del sig. Cufino in un ambiente che tace o che litiga, ma che non sa Progettare, è certamente di alto spessore, al di là che la si condivida più o meno. L’esempio della Pro Recco è davanti a tutti, una società con dei grandi tecnici ed atleti, ed i risultati ottenuti senz’altro lo testimoniano , ma con dei modesti o inesitenti manager che non hanno saputo creare una società vera in otto anni pur avendo a disposizione dei grandi mezzi. Infatti appena il sig. Volpi, a ragione o torto,con i tempi giusti o errati, ha detto basta, tutto è andato quasi a catafascio. Ma il perchè in tanti anni non si sia stati capaci di sfruttare un opportunità, ripeto non dal punto di vista strettamente sportivo, un occasione per certi versi unica, nessuno seriamente se lo chiede, nessuno che dica mea culpa. Sarà anche colpa delle Federazione, della Len, etc, ma un po’ di autocritica non guasterebbe. L’unico che ha sbagliato è Volpi che per vari motivi, ma non è questo l’argomento di cui voglio parlare, a un certo punto ha detto basta??. Con i soldi, gli allenatori e giocatori bravi si vincono le coppe, con i dirigenti competenti e preparati si costruiscono le società, i soldi sono importanti, ma da soli evidentemente non bastano se non c’è dietro un vero Progetto. Perchè non parlarne seriamente?

  • By Roberto, 25 luglio 2012 @ 13:41

    Daccordo sul togliere i commenti offensivi o passibili di querela, un pò meno su quelli stupidi o inutili. In democrazia anche uno stupido o un personaggio inutile ha il diritto di dire la sua… Lasciamoli.

  • By vezio pizzo, 25 luglio 2012 @ 14:01

    La relazione del sig. Cufino in un ambiente che tace o che litiga, ma che non sa Progettare, è certamente di alto spessore, al di là che la si condivida più o meno. L’esempio della Pro Recco è davanti a tutti, una società con dei grandi tecnici ed atleti, ed i risultati ottenuti senz’altro lo testimoniano , ma con dei modesti o inesistenti manager che non hanno saputo creare una società vera in otto anni pur avendo a disposizione dei grandi mezzi. Infatti appena il sig. Volpi, a ragione o torto,con i tempi giusti o errati, ha detto basta, tutto è andato quasi a catafascio in quattro e quattr’otto. Ma il perchè in tanti anni non si sia stati capaci di sfruttare un opportunità, ripeto non dal punto di vista strettamente sportivo, un occasione per certi versi unica, nessuno seriamente se lo chiede, nessuno che faccia mea culpa. Sarà anche colpa della Federazione, della Len, etc, ma un po’ di autocritica non guasterebbe. L’unico che ha sbagliato è Volpi che per vari motivi, ma non è questo l’argomento di cui voglio parlare, a un certo punto ha detto basta??. Con i soldi, gli allenatori e giocatori bravi si vincono le coppe, con i dirigenti competenti e preparati si costruiscono le società, ma questi dove sono?. Cosa si dovrebbe aver imparato da questa vicenda, che i soldi sono importanti, ma da soli evidentemente non bastano se non c’è dietro un vero Progetto, come del resto è sempre necessario. Perchè non parlarne seriamente?

  • By libere opinioni, 25 luglio 2012 @ 14:26

    Bè, certo, il commento di “Jack” del 24 luglio è un esempio di commento intelligente ed utile, infatti il Sig. Corcione lo ha lasciato….

  • By Roberto, 25 luglio 2012 @ 16:33

    Purtroppo il nostro bello sport vive in una barzelletta e non capisco come chi veramente avrebbe il potere di cambiare le cose non se ne accorge (o meglio fa finta di niente per far rimanere tutto così com’è). I risultati tecnici che otteniamo sono pure troppo al di sopra del livello dirigenziale che ci governa. CI VOGLIONO VERI MANAGER che con la pallanuoto non hanno mai avuto a che fare, è brutto dirlo, ma chi è già in questo mondo ormai è contagiato. Dalle mie parti si dice dove non c’è guadagno la rimissione è certa… Recco a parte, spiegatemi come si può pagare un giocatore 30 o 40 mila € all’anno quando la pallanuoto, è acclarato, non fattura un tubo. Entrate da biglietti e abbonamenti? Entrate da marketing? Entrate da diritti TV ???? Qualsiasi azienda fallirebbe in un attimo. Siamo veramente i più dilettanti di tutti.

  • By mimmo, 25 luglio 2012 @ 17:11

    perchè invece di commentare o dire la propria opinione sull’articolo, fate attacchi personali senza senso, spesso dettati da antipatia o altro.
    Su una cosa non sono d’accordo, è vero che l’allenatore è l’unica figura di professionista, (ma quanti sono veramente gli allenatori professionisti che fanno solo quello?) ma sono assolutamente contrario al fatto che l’allenatore allarghi a dismisura il suo raggio d’intervento, se a volte qualcuno ha fatto o dato più di quello che doveva accollandosi mansioni non sue, piano piano queste diventano una consetudine prima e una pretesa poi, giustificando il tutto dicendo abbiamo fatto sempre così.
    spero di non aver capito male, va bene l’indirizzare la società ecc. ma attenzione a non esercitare ruoli impropri.

    un saluto

  • By bruno cufino, 25 luglio 2012 @ 17:30

    In verità speravo si potesse discutere degli argomenti trattati: che stupida illusione!

  • By roberto, 25 luglio 2012 @ 18:49

    voglio dae una mia opinione al Signor MTC riguardo il suo primo commento che ha poi scatenato uno sterile putiferio. Non mi sembra di leggere tutta questa indignazione da parte dei responsabili delle varie Società contro il Signor Volpi o chi come lui. Teniamo ben presente che in qualsiasi periodo di “dominio sportivo di qualche società”, sempre alcuni hanno cercato e cercano di contrapporsi o “adeguarsi”. Si trovano risorse, qualche sponsor e quantaltro. Poi, in momenti di congiuntura come questi, i nodi vengono al pettine e ci si accorge, come dopo una sbronza, di aver commesso qualche errore di troppo e forse irrimediabile. Che sia più facile comprare giocatori pronti all’uso anzichè far crescere un vivaio è fuori discussine. Però così è stato fino ad ora. Da oggi vedremo perchè quello che ha scritto il Prof. Cufino sicuramente ha fatto e farà suonare delle corde. Cordialmente.

  • By Lallo, 26 luglio 2012 @ 01:23

    Io chiederei al sig. Cufino: perchè non organizza dei corsi dove potere preparare seriamente gli allenatori o i club a cui lei dice di rivolgersi ?…. gli allenatori a tal proposito non sono nè aggiornati e spesso non preparati adeguatamente, per cui queste teorie in effetti rischiano di essere sterili e rimanere inascoltate dagli interessati… metta in pratica quello che dice allora, semplice… e si faccia pure pagare…

  • By pastina, 26 luglio 2012 @ 17:57

    ho letto con interesse il suo articolo e mi trovo pienamente daccordo con lei su molti punti del suo articolo ma volevo farle alcune domande: 1) la federazione nuoto “regala” brevetti di allenatore a giocatori con magari una mezza presenza in nazionale maggiore (non sto parlando di atleti che ci militano costantemente) che non hanno alcuna competenza delle sopracitate scienze 2)i corsi organizzati dalla federazione sono insufficienti per poter accedere a conoscienze di biomeccanica,psicologia,fisiologia 3)i settori giovanili sono infarciti di allenatori inventati con deroghe rilasciate dalla federazione a pochi soldi 4) prime squadre allenate con metodologie da dinosauri 5) esiste pochissima letteratura sulla pallanuoto e mi sembra che si tenda ad allenare con metodi tramandati da generazioni…potrei continuare con mille altre osservazioni ma la domanda che volevo porle è questa:dov’è la federazione? Io vedo una macchina per guadagnare soldi senza nessun interesse nel costruire una base tecnico scientifica utile per qualsiasi settore pallanuotistico,le varie società o federazioni regionali perchè non indirizzano i loro atleti che vogliono fare di questo sport meraviglioso la loro professione a facoltà come quella di scienze motorie? Perchè non rendiamo la figura dell’allenatore come un professionista dello sport con un percorso adeguato ad un prezzo adeguato e un contratto (quando esiste) che valorizzi questa figura? A mio parere è una situazione che va regolata dall’alto… cordiali saluti!

  • By bruno cufino, 27 luglio 2012 @ 13:20

    Rispondo alle osservazioni di PASTINA.
    E’ certamente una questione che andrebbe regolata dall’alto, e la pallanuoto per molti anni è stata trascurata dalle istituzioni del nostro sport, anche se oggi un qualcosina in più sul piano dell’istruzione di base degli allenatori si sta facendo. Ma, in verità, per dircela tutta, dal basso non ci sono mai state spinte reali verso una maggiore qualificazione della categoria, quasi come se non ci fosse un concreto interesse a compiere il salto di qualità che la categoria richiederebbe nell’ottica più generale della crescita culturale e non solo del movimento.
    Approfondire questo tema sarebbe interessante ma sarebbe oggetto di una discussione lunga e non praticabile qui, tra commenti fuori luogo ed altro. Stia pur certo che la nostra associazione farà il possibile perchè questa esigenza venga recepita fino in fondo nelle sedi dove deve essere recepita, e perchè, in un futuro prossimo, le cose possano migliorare. Grazie

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